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24/03/2025

Gente che aiuta la Gente...
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Immaginatevi adesso di non sapere più niente del mondo che vi circonda e e che dobbiate re-imparare tutto da capo. La prima cosa che vi viene chiesta di imparare è la distinzione tra un cane di media taglia e un gatto rosso (magari non è esattamente la prima cosa che vi verrà questa di re-imparare ma reggetemi il gioco). Per imparare a distinguere le due creature, vi vengono proposte alcune immagini di cani e alcune di gatti. Allora a quel punto voi capite: i cani si riconoscono per il loro corpo più massiccio e i gatti per la loro corporatura più affusolata. Allo stesso tempo, nel vostro cervello un neurone implicitamente capta questa differenza e, d’ora in avanti, avrà il dovere di distinguere i due animali. La storia non finisce qua: ora vi viene detto che di razze di cani ce ne sono due, il labrador e il chihuahua; di quest’ultimo vi viene fornita qualche immagine e vi viene fatto capire che anche i cani possono essere di statura piccola. Allora, a quel punto, non basta più un neurone: ne serve uno per capire se quello che stiamo vedendo è un cane o un gatto e, se cane, un successivo neurone per capire se si tratta di un labrador o un chihuahua. La storia continua con la scoperta che anche di gatti ne esistono di varie razze e, di conseguenza, anche due neuroni non basteranno più. La situazione si può fare molto più complessa, come è complesso d’altronde il mondo in cui viviamo. Ma non disperate: nel nostro cervello ci sono circa 85 miliardi di neuroni e le nostre capacità vanno ben oltre la mera distinzione di un cane o di un gatto.

Se mi avete seguito fin qua, forse avrete già capito dove voglio arrivare. Le reti neurali artificiali, quelle dietro a qualsiasi intelligenza artificiale, nascono con l’idea di simulare questo nostro comportamento naturale, con tutte le difficoltà del caso. È vero infatti che i computer di oggi riescono a fare innumerevoli calcoli al secondo rispetto a noi, ma tutt’oggi noi possediamo capacità fisiologiche per noi scontate ma difficili da replicare in un contesto tecnologico. Esempio: noi per fare il primo compito di questa storia (distinguere tra un cane di media taglia e un gatto) probabilmente ci serviranno poche immagini, se non due, una per animale. Alle reti odierne servono molte più immagini, contenute nei famosi dataset usate per il loro addestramento. Rimane il fatto che le applicazioni di intelligenza artificiale di oggi giorno riescono a far cose che pochi anni fa a stento immaginavamo. Ma il resto di questa storia sarà l’argomento del nostro prossimo appuntamento. Il mio obiettivo di oggi era introdurvi quello che oggi noi chiamiamo “le macchine intelligenti”: un insieme di neuroni, proprio come il nostro cervello…non a caso, siamo i loro creatori e, come ogni creatore, vogliamo le nostre creature a nostra immagine e somiglianza.

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