01/07/2024
Willi (all'anagrafe Villiam Michele Manzoli, con la V e non la W perché il parroco altrimenti si rifiutava di battezzarlo, classe 1966) va agli Ironman con bici da principiante, scarpe vecchie, occhialini vecchi, pure la tutina VTT del Valxer Triathlon Team é vecchia, nonostante abbia quella nuova. E non si vergogna! A lui non importa avere le sfavillanti bici da crono con ruote lenticolari e profili alti da migliaia di Euro, i Garmin ed i caschi aerodinamici: lui vuole le sue cose usate, i capelli lunghi, altrimenti perde le forze, la farfallina ricamata ad uncinetto appuntata al petto e l'orsetto dei monti fissato al manubrio della sua Felt da mille Euro. Al polso nessun GPS, solo un cronometro come quelli che ormai regalano come gadget. Il resto non conta: semplicemente non vede l'ora di partire per il suo viaggio verso se stesso.
William (perché al contrario del parroco, a Willi e alla sua cara mamma, piace la W anziché la V) al suo settimo Ironman, il secondo "Extreme", é molto concentrato, col viso tirato, mille dubbi affollano la sua testa.
Per soli 3 minuti, un anno fa, all'ultimo controllo tempo, si era infranto il sogno di raggiungere il traguardo iconico di Carosello 3000, di Icon Livigno.
Così quest'anno decide di riprovarci, con The Stone Brixia Man: un viaggio lungo per le attese piene di incognite e l'ansia generata dal non conoscere la condizione effettiva e dall'incubo dei "cancelli orari".
Sabato alle 2, in piena notte è già in zona cambio per il controllo bici, alle 4 la partenza, da Tavernola, riva opposta a Sulzano, Lago di Iseo, dove è posta la prima transizione, dopo 3,8 km di nuoto.
La frazione bike prevede una salita infinita, iniziata ad Edolo che porta all’Aprica e senza soluzione di continuità al Mortirolo, per poi scendere a Ponte di Legno e da qui attaccare il Passo Gavia - 175 km con 4100 m di dislivello pedalati senza nemmeno una sosta in circa 09h40’. La frazione RUN, 39km con 2000 m di dislivello, è iniziata camminando con la bocca piena di panini trangugiati per non perdere tempo; il percorso è un trail, con scalini ripidi e pochi tratti di discesa corribili. Willi ha affrontato i primi 20 km senza il sostegno del suo supporter, Massimo Sartori, col quale Angela Legnazzi, altra supporter ed accompagnatrice, hanno vissuto la lunga e trepidante attesa conclusasi nella gioia di vederlo CORRERE al passaggio a Ponte di Legno dopo circa 2h35’.
Finalmente il viaggio è proseguito in compagnia di Massimo, che però, per un imprevisto, ha dovuto abbandonare Willi poco prima dell’arrivo all’ultimo cancello del Passo del Tonale, raggiunto, stavolta, con 45’ di vantaggio sulla chiusura, dove si sono ritrovati e da cui partiva il sentiero che porta in vetta alla finish line.
È stato un viaggio pieno di intoppi ed errori (Willi che impiega più del previsto, 1h34’50’’, ad uscire dall'acqua perché anche stavolta va in affanno, copertone dell'auto tagliato e ruota di scorta che non entra correttamente, ma autofficina aperta a poca distanza; strada sbagliata ma ripresa proprio quando è venuta fame a Willi. Sorprese:la bici di Willi che sfreccia sotto il naso di Massimo e Angela giù dal Gavia alle 15:15; coincidenze: il supporter costretto a deviare ed l'accompagnatore che giungono nello stesso punto, punto sbagliato, nello stesso istante lui a piedi e lei in auto, con oggetti che sparivano e che poi ricomparivano (auto e borse setacciate in cerca del sacchettino degli aminoacidi , chiave dell'auto finita nel sacchetto dei panini); speranze, timori (Willi che per la bici aveva indossato la tutina da triathlon senza fondello, maniche e tasche, e non si era coperto meglio per salire in montagna. Sconforti, quando Angela vede dalla cabinovia gli ultimi 3.1 km, sassi enormi tutti bagnati, che nemmeno al Kima, e più di 1.5 km di neve su pendenze fisse tra il 30 ed il 40% da affrontare con ramponcini e racchette e la paura che i compagni di viaggio avrebbero sforato il tempo limite ed invece finito in soli 1h36'32".
Si conclude, un viaggio all'insegna della divina Provvidenza, che ha raddrizzato tutte le storture, compreso un temporale di cui hanno preso solo la coda. Un viaggio lungo 217.8 km che dopo 17h51’27" ha visto William al 3zo posto di categoria, 30 mo assoluto su 54 arrivati (alla partenza erano in 150), viaggio che si è sciolto fra le lacrime di gioia al nuovo arrivo di quest'anno che, guarda caso, si chiama proprio Passo Paradiso. Un viaggio, che, come ha scritto Massimo, “come tutti i viaggi impegnativi, è stato ricco di piccoli intoppi brillantemente risolti dagli umani soccorsi dalla Provvidenza; tutto normale e tutto eccezionale: semplicemente la vita!”
Testo by Angela Legnazzi
William Manzoli