15/12/2025
“…Questa condizione, se protratta, genera un circolo vizioso: tensione muscolare, squilibri posturali e movimenti scorretti si sommano a disagio psicologico, compromettendo la salute globale dell’animale.
L’assenza di strumenti adeguati non è sinonimo di rispetto, ma di inefficacia: il cavallo lavora in modo più faticoso, riduce la qualità del movimento e può andare incontro a microtraumi e stress cronico.
Al contrario, gli aiuti artificiali usati con sensibilità favoriscono chiarezza comunicativa, riducono l’ansia e permettono un allenamento armonico che tutela sia il benessere fisico sia quello mentale.
Gli aiuti artificiali, se impiegati con intelligenza, non danneggiano il cavallo: al contrario, gli consentono di lavorare in modo più armonico, riducendo lo sforzo inutile e favorendo un allenamento che tutela la sua salute.
È un principio simile a quello della fisioterapia umana, dove strumenti come elastici, pesi graduati o apparecchi di supporto non servono a forzare il corpo, ma a guidarlo verso un movimento corretto, prevenendo squilibri e sovraccarichi.
Così come un fisioterapista utilizza ausili per rendere l’esercizio più efficace e sicuro, gli aiuti artificiali nell’equitazione aiutano il cavallo a sviluppare muscolatura e postura in modo equilibrato, riducendo il rischio di lesioni e migliorando il benessere complessivo.
“Chi ostenta il rifiuto totale degli aiuti artificiali non dimostra rigore etico, ma incapacità professionale: confonde ideologia con tecnica e tradisce il benessere del cavallo.” “
✍🏼 Francesco Rizzello
🐴 Chri Ko Christine Kofler
📸 Rachele Taroni
🇮🇹