02/09/2025
Via dei Condotti, Roma.
Entrare all’Antico Caffè Greco era come attraversare il tempo: stessi divani rossi, stessi quadri, la stessa luce soffusa che da secoli accoglieva scrittori, poeti, artisti e curiosi.
Oggi però quel filo si spezza.
Dopo 260 anni di storia e 30 anni di gestione affidata alla società Articafè Srl, il locale passerà di mano.
Il contratto è scaduto, l’affitto è schizzato da 18mila a oltre 50mila euro e, dopo anni di cause, la Cassazione ha dato ragione al proprietario: l’Ospedale Israelitico.
Dentro sarà tutto uguale: le sale, gli arredi vincolati, i dipinti.
Ma non sarà più lo stesso:
non più il nome (il marchio “Antico Caffè Greco” resta alla società uscente),
non più le stesse persone, camerieri e gestori,
non più la continuità storica di un locale che, dal 1760, non aveva mai chiuso.
Resterà un caffè monumentale, forse ancora più lussuoso. Ma diverso.
Perché i muri possono restare, ma lo spirito di un luogo non si compra con un nuovo contratto.
Che ne pensate?
Conta di più salvare un simbolo di Roma com’era, o è giusto che prevalga la logica degli affitti e del mercato?