31/12/2024
«Pastore, com'era la tua vita tra le pecore? Dev’essere stata un’esistenza tranquilla, ma anche difficile».
Il pastore sospira: «Era una vita che richiedeva molta pazienza. Ogni giorno camminavo con le mie pecore, seguendo i sentieri che conoscevo bene. La montagna era casa, e il gregge, una famiglia da proteggere».
«E le pecore? Non doveva essere facile prendersene cura».
Il pastore sorride: «No, non era mai facile. Ogni pecora aveva il suo carattere. Alcune erano più curiose e si allontanavano, altre preferivano rimanere nel gruppo. Dovevo conoscerle bene per capire se stavano bene, se qualcosa non andava. Ogni giorno era una nuova sfida».
«E in inverno, come facevi per proteggerle dal freddo?»
Il pastore: «L’inverno era il momento più duro. Portavo il gregge giù a valle, dove il vento era più dolce. Li sistemavo nei “casot”, quei piccoli rifugi di montagna, e lì passavamo le giornate più fredde, stretti insieme, lontano dal gelo».
«Non ti sentivi mai solo, lassù con le tue pecore?»
Il pastore con un sorriso di nostalgia: «Era una solitudine che non pesava, anzi. Le montagne parlavano, le nuvole cambiavano forma, e le pecore erano la mia compagnia. Ogni loro movimento, ogni belato, era un modo per comunicare. La solitudine era piena di segreti, di silenzi che raccontavano più di mille parole».
«Mi sembra che fosse una connessione profonda, come un legame silenzioso».
Il pastore guarda le sue mani, come per rivivere quei momenti: «Sì, era proprio così. Era un legame che non si faceva con le parole, ma con i gesti, con l’intuizione. Le montagne, il cielo, il vento… e il gregge. Eravamo un tutto, e in quel tutto non c’era mai veramente solitudine».
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PRESEPE VIVENTE DI PREA
24-26 dicembre 2024 | 5 gennaio 2025
dalle 20.30
Servizio navetta gratuito
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Gianmarco 339 75 58 866
Simone 339 50 44 785
📍 Roccaforte Mondovì CN (Italia)