04/08/2024
Condivido il testo dell'intervista di Gabriele Bevilacqua dello scorso anno
Poggio San Marcello «Uh – insieme d’arte per sette giorni»
Per sette giorni, il piccolo borgo marchigiano è protagonista di una meritoria e vivace iniziativa di scambio culturale in nome della creatività artistica e performativa.
A questo proposito abbiamo rivolto alcune domande alla Direttrice, la poetessa
>>>Johanna Peltner Rambeck.
Possiamo dire che iniziative come la vostra servano anche a rilanciare territori dell'entroterra marchigiano fuori dalle principali rotte turistiche?
>>> La regione Marche è caratterizzata da una forte concentrazione delle attività turistiche e produttive sulla costa; infatti a soli pochi chilometri dal mare esistono realtà completamente dimenticate. Questo ha permesso che si mantenesse una tradizione culturale ed artistica indipendente dalla logica del profitto, ma nello stesso tempo adesso è necessaria una svolta per valorizzare zone che si stanno spopolando e rimangono sempre più abbandonate a sé stesse.
Il Festival tende a promuovere lo scambio diretto fra artisti, fra artisti e pubblico, fra linguaggi espressivi. È questa la sua essenza?
>>> Il Festival è un'iniziativa indipendente che si muove in maniera originale rispetto ai grandi eventi dell'arte. Innanzitutto la settimana si svolge sulla base dell'incontro e gli artisti vengono invitati ad immergersi in un'atmosfera insolita per scambiare interessi ed esperienze, la loro presenza attiva nell'organizzazione delle mostre e delle presentazioni crea un clima ideale per dialogare. Gli artisti provengono da realtà molto diverse fra loro, un panorama internazionale e con innumerevoli sfaccettature. L'incanto del paesaggio circostante contribuisce a determinare un clima ideale per la creatività in un 'atmosfera distante da tutto, senza il ritmo incalzante del tempo e delle logiche commerciali.
Qui a Poggio lo scambio fra pubblico e artisti è anche uno scambio di stili di vita e cultura. O possiamo allora parlare di uno scambio interculturale?
>>> Importantissime sono le occasioni di discussione a cui gli artisti partecipano, gli art talk ed i workshop ad esempio servono al pubblico per aprirsi una strada nella conoscenza delle questioni dell'arte. Lo stesso vale anche per gli artisti stessi. Il mestiere dell'arte non rimane distante dalla realtà quotidiana, non esiste la torre d'avorio. Vengono messe in tavola sia le questioni dell'estetica e della poetica che i dettagli tecnici delle lavorazioni, quindi le capacità manuali insieme all' l'impegno intellettuale. Viene stimolato il confronto tra le arti visuali e la letteratura, la musica, il teatro etc.
Si incrociano mentalità ed origini diverse, lingue diverse vengono parlate e le traduzioni estemporanee sono un livello parallelo per scoprirsi.
Nel corso degli anni vi è stata una sempre maggiore attenzione alla qualità delle opere presentate. Come avete affrontato questo aspetto?
>>> Agli inizi tutto è nato anche come occasione per un gruppo di artisti ed appassionati tedeschi per calarsi in una realtà molto tipica italiana, un'esigenza che si è subito allargata e successivamente ne sono nate reti di contatti, conoscenze, amicizie. A questo punto il festival si sta strutturando per affrontare uno scambio interculturale lungo una direttrice europea, che dal centro continentale scende verso il Mediterraneo. Alcune scelte sono state particolarmente felici ed hanno favorito il confronto con le istituzioni locali anche a carattere formativo e museale. Il nucleo dei personaggi coinvolti, e potenzialmente disponibili, si è notevolmente allargato di conseguenza. Siamo particolarmente soddisfatti del livello che stiamo raggiungendo e, soprattutto, della ricchezza sul piano delle diversità. E' proprio la cooperazione tra entità distanti fra loro che favorisce scelte qualitativamente valide e adatte ad un pubblico più ampio.
Il coinvolgimento degli abitanti di Poggio ma anche e soprattutto dei giovanissimi. Quali iniziative avete realizzato in questo senso?
>>> Molto bello è vedere come si sia diffuso nel territorio l'interesse per il Festival. In una realtà non particolarmente ricca di occasioni sono venute a galla visioni inaspettate. Chi per scelta, tradizione o necessità vive in questi luoghi ha potuto sviluppare maggiori occasioni e sensibilità per il contatto umano. L'arte è un mezzo estremamente efficace per portare sé stessi in una dimensione "altra". Infatti c'è stata molta partecipazione dei bambini ai laboratori ed alle dimostrazioni di lavoro. Il loro è stato un comportamento fondato sulla naturale curiosità degli esseri umani in crescita. Oggi in particolare, sono troppi gli stimoli artificiali che si frappongono come ostacoli e si rischia di perdere l'esercizio al contatto autentico e diretto. Noi ci muoviamo in controtendenza.
Come vedono gli artisti tedeschi la scena artistica italiana? Quali sono gli autori storicizzati più apprezzati dalle vostre parti?
>>> L'Italia è da secoli una meta privilegiata per gli appassionati d'arte e cultura. Esiste una vera e propria tradizione germanica di interesse per le origini del pensiero umanistico e rinascimentale. A questo si aggiunge la vivacità del panorama contemporaneo, che continua ad attingere alle fonti classiche e si arricchisce con quella creatività ed espressività caratteristica degli artisti italiani. Quello che ci sembra importante in questo momento è la tendenza a cooperare senza uniformarsi. Vogliamo essere coscienti di quanto sia importante incontrarsi, dialogare, confrontarci e sviluppare strategie adatte a promuovere le arti in una attualità estremamente controversa.