03/11/2021
La Città di Salerno del 02/11/2021
Della Mura “star” anche a Trieste
scritto da Chiara Bruno
Giuseppe Della Mura porta la sua città, Nocera Inferiore, in mostra al "DeSidera", il festival internazionale d'arte contemporanea di Trieste. Il videomaker è stato scelto tra 470 partecipanti, provenienti da 60 nazioni, con il cortometraggio "La città che scomparve". L'esposizione terminerà il 13 novembre ed è un'occasione d'incontro e confronto per professionisti ed emergenti appassionati d'arte. Più di quindici sedi prestigiose sparse sul territorio stanno ospitando mostre, workshop, incontri ed eventi. Il premio è suddiviso in quattro categorie e saranno assegnati in totale 17mila euro, oltre a otto premi speciali in "Progettazione", quattro premi in "Mostra Personale", riservati agli artisti che hanno presentato 10 opere, e uno "Under 30". Il cortometraggio di Giuseppe Della Mura è stato esposto, insieme ad altre 15 opere, presso la "Camera Caelum" a cura di Samantha Benedetti del Tivarnella Art Consulting, che ha aperto le porte a una commistione di opere che spaziano dalla grafica alla performance.
Il 27 di Nocera Inferiore ha iniziato la sua carriera nel 2016 e frequenta la facoltà di Scienze dei Beni Culturali alla Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove si è avvicinato sempre di più al mondo del videomaking che già prima ha sperimentato dirigendo tre cortometraggi: "Il mio amore sul comò" (2013) "What's Up” (2014), Presentati al Festival di Giffoni nella sezione MyGiffoni, e “Preludio alla Rinascita" (2015) inviato all'Accademy Short Film Fest dell'Accademia di Reggio Calabria. Dal 2018 sta lavorando al cortometraggio "Il materasso" che è stato però sospeso a causa del Covid-19.
«L'esperienza del "DeSidera" è nuova, non ho mai partecipato a un'esposizione di video-arte. In realtà, sono molto più vicino al mondo dei documentari. - spiega Della Mura - Infatti, la mia idea è partita proprio dal voler documentare l'alba del 27 febbraio di quest'anno, in cui la città di Nocera si è risvegliata in una nebbia di avvezione che ha coperto l'intero paesaggio. Durante il montaggio, però, - svela - ho deciso di non voler riportare l'avvenimento di pari passo, ma di documentare l'emozione che mi ha scaturito. La luna piena era bellissima e sembrava una lampadina, un'immagine che ho cercato di riprodurre. Ho impiegato due mesi nel montaggio e nella scelta delle musiche adatte a trasmettere il più verosimilmente possibile ciò che ho provato», conclude Della Mura. |