Cinevisioni

Cinevisioni Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Cinevisioni, Organizzatore di eventi, Via Feltrina sud, 49, Montebelluna.

L'APS 7Visioni, nata nel 2011 per promuovere ed organizzare eventi legati soprattutto all'arte cinematografica, si è sciolta nel 2023, ma Michele e Andrea continuano a utilizzare questa pagina per diffondere idee, opinioni e fatti di interesse collettivo L'associazione di promozione sociale 7Visioni è stata fondata nel 2011 da 7 amici (attualmente l'associazione conta più di 60 soci) con la passio

ne per l'arte, in particolare quella cinematografica. Nata con lo scopo di promuovere e divulgare la cultura e l'arte in generale, negli anni l'associazione ha organizzato festival dell'arte (Fissioni), esposizioni, film muti musicati dal vivo, conferenze e Cinevisioni, cineforum itinerante giunto all'VIII edizione. COLLABORAZIONI CON: AIAF (ASOLO INTERNATIONAL ART FESTIVAL), FONDAZIONE MUSEO DELLO SCARPONE, CARRI DISARMATI, FIATI CORTI, COMUNE DI MONTEBELLUNA, SPAZIO ROSA BERGAMO, MONTEBELLUNA NUOVA, IL SOGNO DI POLIFILO, TEATRO MARINONI VENEZIA, ARABA FENICE, TO BE TATOO, BCM (BIBLIOTECA COMUNALE MONTEBELLUNA), PROVINCIA DI TREVISO, REGIONE VENETO, IfTwo, LE VOCI DEL TEMPO, ECOESTERIA SANTI ANGELI, VERTIGO APS.

26/04/2025
09/02/2025

Necessario e magnifico.
Si chiama Eduard Sola e stanotte ha fatto un discorso memorabile dopo aver vinto il Premio Goya (il massimo riconoscimento del cinema in Spagna) per la migliore sceneggiatura originale di “Casa en flames”.
Lo sceneggiatore ha ricordato una scena del film in cui al personaggio di Montse (Emma Vilarasau) viene detto che “l’amore è dare senza ricevere nulla in cambio”. Allora lei, risponde senza mezzi termini, alzando il dito medio.
Ecco le parole di Eduard Sola:
“Noi siamo figli di una moltitudine di ‘supermadri’, donne a cui è stato chiesto di lavorare fuori casa senza rinunciare al lavoro domestico. Ci hanno vestito, ci hanno nutrito, ci hanno allevato, abbinando a tutto questo otto ore di lavoro meno pagate di quelle dei loro colleghi uomini.
Nessuno ha offerto loro un’alternativa a questo modello basato sulla rinuncia a una vita propria.
Molti genitori non sono stati all’altezza, e nemmeno lo stato sociale, ecco perché oggi queste supermadri possono legittimamente alzare il dito e mandarci al diavolo.
Mandiamo un messaggio alle nostre madri.
Diciamo loro che anche se non sembra, noi siamo consapevoli di tutto quello che hanno fatto per noi e che se siamo quello che siamo è grazie alla loro tenacia, ai piatti che ci hanno messo in tavola e ai baci che ci hanno dato mentre dormivamo. Diciamo alle nostre madri che le amiamo. E mentre lanciamo questo messaggio, costruiamo un mondo in cui la cura non si basi sul sacrificio di nessuno. Impegniamoci per una genitorialità che non abbia bisogno di supermadri, ma solo di madri e di padri con la struttura sociale ed economica necessaria per amare ed educare nella libertà e con dignità”.
Grazie Eduard. Necessario. E magnifico.


Ph: EFE/Julio Muñoz

"Lottare fin da subito. Lottare non solo per sé. Lei femminista quando il femminismo non c’era.'Donne, donne, donne'. Qu...
17/12/2024

"Lottare fin da subito. Lottare non solo per sé. Lei femminista quando il femminismo non c’era.
'Donne, donne, donne'. Questo è sempre presente nelle sue parole: l’aiuto costante e potente delle donne della sua vita".

E’ morta a 78 anni Marisa Paredes.
Gigantesca attrice. Mi incantava.
La prima volta che l’ho vista era in “Entre tinieblas” magnifico film di Pedro Almodovar in cui interpretava Suor Estiercól (Suor Sterco) la suora drogata e allucinata che vive nel convento delle ‘redentrici umiliate’.
E subito dopo “La flor de mi secreto”, uno dei personaggi più intensi, complessi e dolorosi del suo cinema.
Ma anche e soprattutto il personaggio di “Tutto su mia madre”, nel ruolo della popolare attrice teatrale che recita sul palcoscenico ‘Un tram che si chiama desiderio’.
Spesso Marisa ha interpretato figure femminili così: leonesse ferite.
Lei lo aveva spiegato in una intervista a El Pais, radicandolo nella sua infanzia affamata del dopoguerra, la più giovane di quattro fratelli in una famiglia operaia del Plaza di Santa Ana a Madrid.
La mamma era una portiera.
Gli studi interrotti. Il lavoro presto. Lottare fin da subito. Lottare non solo per se. Lei femminista quando il femminismo non c’era.
“Donne, donne, donne”. Questo è sempre presente nelle sue parole: l’aiuto costante e potente delle donne della sua vita.
Magnifica.
Oggi Marisa, con Labodif ti celebro. Col dolore di avere perso una donna che amavo. Con la forza di averti incontrata.
(con le parole di Gianna Maz)

Breve e interessante articolo di Cristina Piccino su "il manifesto" (anche cartaceo) di oggi, che condivido in toto e de...
17/12/2024

Breve e interessante articolo di Cristina Piccino su "il manifesto" (anche cartaceo) di oggi, che condivido in toto e del quale cito la chiusa:

"La censura che porta in sé sempre qualcosa di oscurantista, non fa mai crescere le coscienze né produce conoscenza anzi causa il contrario. La Storia – non i film mediocri – ce lo ha dimostrato, e accanirsi a perpetuarla oggi, un’era certo oscurantista come sappiamo, conferma la cifra di questo tempo e il suo deteriorarsi. Pensare che il «pubblico» non abbia gli strumenti per capire significa arrendersi agli algoritmi, e ai loro schemi. Una forma di controllo questa assai più subdola e feroce".

Nel primo commento un articolo in francese da www.telerama.fr

Michele Zanatta

(Visioni) Il film è stato cancellato per le proteste delle molte voci del Me Too francese, a cominciare da quella di Judith Godet, contro la scena di "stupro" fra Maria Schneider e Marlon Brando. Ma il punto è: oscurare aiuta a crescere?. Di Cristina Piccino

Felici di aver partecipato anche quest'anno al Torino Film Festival e di aver visto tanti lungometraggi, cortometraggi e...
30/11/2024

Felici di aver partecipato anche quest'anno al Torino Film Festival e di aver visto tanti lungometraggi, cortometraggi e documentari stimolanti, sintomo di un'arte, quella cinematografica, più viva che mai. Complimenti al nuovo direttore artistico, Giulio Base, per la qualità della selezione e del programma, con una menzione speciale per la retrospettiva su Marlon Brando, la prima così completa a livello mondiale (23 opere che lo vedono protagonista come attore e il suo unico film come regista, "One-Eyed Jacks" - I due volti della vendetta - del 1971).

Nel link del sito ufficiale del 42° TFF troverete tutti i vincitori dei premi ufficiali.

Noi ci teniamo a sottolineare quanto ci sia piaciuto "Vena", diretto da Chiara Fleischhacker, autrice di origini tedesche, classe 1993, Premio FIPRESCI “per la sua capacità di trasformare la storia intensa di una maternità in un percorso plausibile di salvezza dalle dipendenze grazie a un’interpretazione molto umana, una storia emotivamente forte e un montaggio che scandisce bene i tempi della narrazione, a tratteggiare complessivamente una maturità registica non comune per un’opera prima”.

I Premi Ufficiali del 42TFF

Arianna Quagliotto, una delle prime intimacy coordinator italiane, è originaria di Montebelluna
06/09/2024

Arianna Quagliotto, una delle prime intimacy coordinator italiane, è originaria di Montebelluna

Mr. Klein (1976) di Joseph Losey.Per ricordare Alain Delon deceduto recentemente.Film ambientato durante i primi anni 40...
05/09/2024

Mr. Klein (1976) di Joseph Losey.

Per ricordare Alain Delon deceduto recentemente.

Film ambientato durante i primi anni 40 dell'occupazione nazista a Parigi, la storia fa da sfondo alle vicende di Robert Klein, collezionista di opere d'arte che suo malgrado si trova vittima di un giallo intriso di atmosfere kafkiane.
Film circolare che inizia e finisce mostrando la brutalità del regime nazista durante l'occupazione Parigina. Due scene somme in cui, nella prima assistiamo alla disumanizzazione dell'identità di una donna ebrea (spogliata di ogni valore morale), mentre nell'ultima alla totale disintegrazione della personalità del protagonista risucchiato in un vortice di follia in cui realtà e immaginazione si fondono all'unisono. Quindi si passa dalla storia (l'occupazione nazista e i rastrellamenti parigini) che funge da detonatore alla vicenda personale di Robert Klein, per poi tornare alla dimensione collettiva e storica che si risolve nel drammatico finale.
Il rigore formale di Losey, le splendide carrellate e i misurati piano-sequenza conferiscono una sensazione di claustrofobia. La fotografia, che predilige toni grigi e cupi, dipinge le ambientazioni tetre e quasi irreali in cui si muovono i protagonisti. Forma e sostanza coincidono. La realtà storica opprimente e epidermica fa da cornice alla vicenda individuale e l'abilità di Losey sta proprio nel trasportare lo spettatore dalla realtà alla follia paranoica del protagonista, un immenso Delon, glaciale e raffinato, un uomo comune che si trova invischiato in un incubo surreale.
In definitiva, un film magistrale.

Bessegato Andrea

Indirizzo

Via Feltrina Sud, 49
Montebelluna
31044

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Cinevisioni pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a Cinevisioni:

Condividi