13/01/2021
📺 ᴄᴏᴏʟᴄʟᴜʙ ᴀᴍᴀʀᴄᴏʀᴅ: ɪ ʙᴇᴀᴛʟᴇs ᴘᴜʙʙʟɪᴄᴀɴᴏ ɪʟ sɪɴɢᴏʟᴏ "ʏᴇʟʟᴏᴡ sᴜʙᴍᴀʀɪɴᴇ"
💿 Il 𝟭𝟯 𝙜𝙚𝙣𝙣𝙖𝙞𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝟭𝟵𝟲𝟲, una delle band più in voga del momento e della storia della musica mondiale, lanciava un singolo che sarebbe diventato manifesto di una generazione che stava cambiando: i presentavano al pubblico “𝙔𝙚𝙡𝙡𝙤𝙬 𝙎𝙪𝙗𝙢𝙖𝙧𝙞𝙣𝙚”
𝘾𝙐𝙍𝙄𝙊𝙎𝙄𝙏𝘼̀ 𝙨𝙪 𝙔𝙚𝙡𝙡𝙤𝙬 𝙎𝙪𝙗𝙢𝙖𝙧𝙞𝙣𝙚
🔸Gli 𝙚𝙛𝙛𝙚𝙩𝙩𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤𝙧𝙞 che si sentono sulla traccia sono stati creati in studio dalla band. Subito fuori dalla porta dello Studio 2 c’era una sorta di ripostiglio con aggeggi assortiti, tra cui un registratore di cassa, tubi di gomma, catene. Per simulare il suono dell’immersione del sottomarino John Lennon soffiò con un tubo in un bicchiere d’acqua.
🔸Come tutte le altre canzoni di "Revolver", "Yellow Submarine" 𝙣𝙤𝙣 𝙚̀ 𝙢𝙖𝙞 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙖 𝙚𝙨𝙚𝙜𝙪𝙞𝙩𝙖 𝙙𝙖𝙡 𝙫𝙞𝙫𝙤 dai Beatles. Infatti a metà degli anni ’60 i Beatles venivano letteralmente sommersi dal loro pubblico fino a decidere persino di allontanarsene in maniera definitiva. L’evento decisivo risale al 15 agosto 1965 a New York, presso lo Shea Stadium. In quel caso, un’arena sportiva di enormi dimensioni fu interamente dedicata alla musica live. Gli spalti furono gremiti in ogni ordine di posto e furono raggiunti i 55 mila spettatori. Tuttavia, un evento del genere avrebbe suscitato reazioni ben poco positive per i Beatles, soprattutto per quanto riguardava la loro carriera dal vivo. Il primo aspetto poco gradito dalla band inglese riguardava l’esigenza di tenere sotto controllo i fans dello Shea tramite l’uso di amplificatori da solo 100 watt. Tali dispositivi erano poco performanti e gli spettatori sovrastavano il volume della musica.
Più che la performance, era la loro presenza a suscitare l’autentica follia del pubblico, l’esaltazione assoluta delle masse, l’assembramento di f***e oceaniche. Tutto ciò andava in aperto contrasto con le preferenze dei Beatles, che invece prediligevano la qualità della loro musica.
John Lennon arrivò persino a definire i concerti della sua band come “𝙙𝙚𝙞 𝙢𝙖𝙡𝙚𝙙𝙚𝙩𝙩𝙞 𝙧𝙞𝙩𝙞 𝙩𝙧𝙞𝙗𝙖𝙡𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙣𝙪𝙡𝙡𝙖 𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙛𝙖𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙢𝙪𝙨𝙞𝙘𝙖”. Era solo il preludio ad una scelta radicale e definitiva.