26/11/2025
Si chiamava Veronica Franco ed era una cortigiana, una pr******ta di alto livello insomma, figlia di una pr******ta di strada, e visse a Venezia tra il 1546 e il 1591.
Era una donna estremamente intelligente e pure colta, amante della poesia, della letteratura e della musica. Cosa insolita per una donna in quel tempo, infatti, spendeva i soldi che guadagnava in libri e così riusci a farsi un'ottima cultura. Il suo salotto era frequentato dalle personalità più in vista di Venezia e di altri luoghi: politici, intellettuali, persino vescovi e cardinali e anche il re di Francia, Enrico III, in occasione di una visita ebbe in dono dal governatore della città di trascorrere una notte con Veronica. Non si trattò, tuttavia, di una notte di piacevolezze carnali, bensì di buona conversazione e di buona musica - Veronica suonava divinamente la chitarra - di buon cibo e di buon vino.
Ebbene, nel 1580 Veronica Franco fu denunciata, dal percettore di uno dei suoi figli, al tribunale del Sant'Uffizio di stregoneria, di non andare a messa la domenica e di mangiare carne di venerdì.
C'era il tanto da finire sul rogo.
Invece fu liberata perché, come scrive Dacia Maraini che ne ha mirabilmente lumeggiato la figura e che, inoltre, le ha dedicato un testo teatrale (" Veronica Franco meretrice e scrittora") "il suo salotto era un'assemblea delle personalità più prestigiose di Venezia, inclusi i membri del clero, politici e intellettuali".
A Veronica Franco andò bene ma non per tutte le donne accusate di essere streghe e di avere rapporti anche carnali con il demonio andò alla stessa maniera.
Julia, la strega di Siligo, protagonista del romanzo di Antonietta Uras Porcheddu, assume nel panorama della stregoneria in Sardegna una posizione di particolare rilievo.
Di Julia, in particolare, e pure di altre "streghe", nostrane e non, degli interrogatori e delle torture che subirono da parte del Tribunale dell'Inquisizione, degli auto da fè e della fine atroce sul rogo in cui perirono a migliaia, si parlerà sabato 6 dicembre alle ore 18 nella sala teatro dell'ex Seminario di Cuglieri.
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