29/09/2024
ELOGIO DELLA POLPETTA
di Piero Fassi
Eccomi, invitato qui al Nuovo Circolo Nosenzo, ad esprimere un mio ennesimo pensiero sulla “polpetta”.
Tra centinaia di luminari, seri intenditori di cucina che si sono cimentati ad esporre le varie storie su di essa, mi ci inserisco anch’io con una notizia immaginaria su come la polpetta è diventata mamma.
Non voglio prevaricare il vero motivo di come è stato inventato ad esempio l’hamburger. Diversi testi imputano al nome “hamburger” la nascita nei primi anni del secolo scorso. Siccome si leggono date e autori diversi e tra tutti quelli che mi hanno preceduto nei vari studi anch’io (ripeto) nella mia fantasiosa biblioteca ho testi sul periodo della sua nascita, il motivo e il nome del suo inventore.
Nelle cucine in particolare ai piedi della stufa, il pavimento deve essere sempre pulito e non sdrucciolevole. Non sempre lo era. O almeno secoli fa non era troppa la cura nello sgrassarli.
Il cuoco Gerardo, maestro nel fare polpette, con diverse carni, verdure, pesci e anche con ricette di ogni Regione era proprio bravo.
Lavorò in decine di cucine dei più famosi ristoranti del mondo. Pratico la sua cucina in tante case principesche a fare conoscere le nostre “polpette”.
Grande appassionato, sempre in ansia nell'inventare nuovi piatti e un po' per la fretta, o per stanchezza non sempre stava attento alla pulizia di quei marmorei pavimenti.
Un giorno giostrandosi intorno alla stufa nel cuocere polpette ne prepara un bel vassoio pronte fumanti da portare in tavola ai clienti del ristorante.
Nell’affanno di consegnarle caldissime ai commensali, scivola su quel pavimento riuscendo per miracolo a trattenersi in equilibrio posando il palmo della mano sul vassoio in cui erano pronte al servizio.
E' naturale, malamente ne schiaccia alcune. Un dolore tremendo nella scottatura al palmo della mano soffocando tra le labbra un urlo bestiale per non dare motivo ai clienti di spaventarsi.
Cosi invece di un haiiiiiiiii, solo un lungo lamentoso “mmmmmmmmmm” seguito nella fioritura di grosse lacrime agli occhi.
Abituato a prendere in mano pentole caldissime, sorvola al dolore e passa al rimedio.
Non si scoraggia e in pochi secondi si riprende.
Non potendo palpeggiarle nel rifarle tonde perché bollenti e come un giocoliere le pone velocemente sulla piastra rovente cosi piatte e posandovi su una sottile fetta di fontina. Ecco nata la "polpetta piatta".
Grandi applausi da quei 2 commensali che non hanno potuto godersi le vere polpette, al punto di prendere nota del successo e da inserire sulla prossima carta del ristorante.
Ma quale nome dare a questo indovinato piatto?
Gerardo, piemontese di nascita, da tanti anni cuoco in case nobiliari, in quel periodo si trovava in una cucina di un famoso ristorante di Amburgo.
Gli amici di brigata con affetto e simpatia lo avevano soprannominato "Ger".
L’uomo, ripeto geniale cuoco piemontese, pensò di attribuirgli un nome che comprendesse il nome della città di Amburgo ed il suo "Ger".
Ed ecco all'anagrafe gastronomica lo fece scrivere con il nome di “HAMBURGER"
E' cosi che il pensiero ritorna alla nostra polpetta che nel caso di quella involontaria schiacciata è nato l'hamburger.
Quanto è per dire che alla fin fine l'hamburger si può immaginare essere figlio della nostra tonda "polpetta".
E allora lasciamo “hamburgheggiare" questa nuova" piatta" ricetta.
E NOI POLPETTIAMOCI SEMPRE NEL RALLEGRARE I NOSTRI PALATI CON LE NOSTRE "RIDENTI TONDE POLPETTE"
DIVENTATE MAMME DELL'HAMBURGER
Piero Fassi Asti 22 settembre 2024