
23/08/2025
Nel silenzio ovattato del suo chiosco, nascosto tra i ciliegi fioriti e un’atmosfera sospesa, Sentaro vendeva dorayaki senza entusiasmo: dolci ripieni di marmellata di fagioli azuki («an»), preparati industrialmente e privi di anima. Ma ogni mattina, tra una fetta di dolce e l’altra, l’eco dei suoi rimpianti tornava sempre più forte.
Un giorno, mentre l’aria primaverile è un abbraccio di petali rosa e luce filtrata, all’ingresso del negozio compare Toku, una vecchia signora dai gesti fragili e dalle mani segnate dal tempo. Chiede con umiltà di essere assunta come aiuto. Sentaro, titubante, la respinge: teme che la sua età e i suoi acciacchi siano un peso. Eppure, non riesce a resisterle quando, pochi istanti dopo, assaggia il suo “an”: morbido, profondo, vivo. È come se quei fagioli raccontassero una storia: “ascoltare” e “rispettare” ogni singolo seme, accoglierlo con delicatezza. Il negozio si trasforma: i clienti tornano, parlano, ridono, seduti all’ombra dei ciliegi, ritrovano un po’ di calore e sapore autentico.
Ma la voce si sparge: Toku ha avuto la lebbra. Il giudizio della gente si abbatte sul chiosco. Le presenze si diradano. Sentaro, combattuto, prova a proteggerla, ma l’inerzia sociale è più forte. Toku, con eleganza e dignità, si fa da parte e scrive a Sentaro una lettera commovente: nel suo tempo non c’è più spazio per i giudizi, solo per il rispetto della vita. Anche lui, alla fine, le confessa la sua colpa: un passato di reato che lo ha rimosso dalla società, la sua solitudine.
La giovane Wakana, cliente fedele, suggerisce: “Andiamo a trovarla.” E insieme raggiungono il sanatorio in cui Toku è ricoverata, insieme ad altri isolati, emarginati. Nonostante tutto, lì c’è vita, umanità, una comunità silenziosa che sopravvive e persino sorride. Toku rassicura Sentaro: la sua presenza nel chiosco è stata un dono.
Quando Toku muore, lascia in eredità un registratore: “Non vivere oppresso, sii te stesso, non badare al giudizio altrui.” È l’ultimo ingrediente che lascia a Sentaro. Così, liberato interiormente, lui si licenzia e ogni mattina vende dorayaki nel parco — con un sorriso, con speranza.